P E R C H É N O . . .
Caro Direttore,
ho risposto con una certa reticenza alle Sue domande a proposito dell'ipotesi di una mia candidatura alle prossime elezioni politiche ed il motivo è che volevo, nel segreto dei miei pensieri, sciogliere tutti i dubbi, prima di dare una risposta a chi mi aveva chiesto di candidarmi con la Lista Di Pietro, lasciandomi carta bianca sia sull'impostazione da dare alla campagna elettorale sia per il programma di Collegio.
Invece Lei ha voluto affondare la lama col ferro ancora caldo e dare così soddisfazione alle attese dei Suoi lettori. È il Suo mestiere di giornalista e dal Suo punto di vista ha fatto bene.
Ma una cosa è stata smentita. Lei aveva previsto, a microfoni spenti o, meglio sarebbe dire, a penna già deposta nel taschino, che con i tempi che corrono pochi si sarebbero presi la briga di rispondere all'intenzione di sottopormi a primarie, per sapere cosa pensano i cittadini di una mia eventuale candidatura. Invece, si è fatta avanti una notevole volontà della gente di partecipare e condizionare in qualche modo la scelta dei nostri candidati, anche se tale spinta viene solitamente sopita e per lo più spenta, non interessando ai partiti questa intrusione nelle proprie valutazioni, per lo più spartitorie.
Per questo, se in un primo momento ho soggiaciuto con qualche disappunto al Suo incalzare, debbo ora ringraziarLa per l'opportunità che ha voluto offrirmi. E debbo anche ringraziare i numerosissimi amici e concittadini che hanno espresso il loro interesse per la eventualità di una mia candidatura. Sono proprio tanti coloro che mi hanno telefonato, mi hanno fermato, avvicinato ed espresso il loro parere. Davvero grazie a tutti!
Ma se questo è stato importante, ancora più importanti sono state le posizioni espresse da cittadini ed associazioni.
Partiamo da queste. Alcune Associazioni sportive mi hanno offerto l'appoggio della loro organizzazione per sostenermi in campagna elettorale. È inconcepibile come sia trascurato lo sport a Manfredonia, che non ha ancora un campo di calcio degno di questo nome, dove non vi è una pista di atletica né una piscina pubblica, e dobbiamo essere riconoscenti alle palestre private per quel po' di attività fisica che si pratica nella nostra città. Per questo non mi meraviglio che alcuni nostri concittadini, amanti dello sport, cerchino un punto di riferimento. Abbiamo, è vero, una squadra di calcio che tenta di farsi onore, grazie soprattutto all'impegno di alcuni benemeriti che si sobbarcano immani sacrifici, senza ricevere alcun aiuto o riconoscimento. Ma il Manfredonia Calcio meriterebbe ben altro di quello che ha, non escludendo neanche il raggiungimento di traguardi a cui una città come Andria è già arrivata.
Un'altra gradita risposta è venuta dall'Associazione "Bianca Lancia", che mi ha ricevuto con spirito di grande accoglienza. Abbiamo parlato al lume di candela per quasi tutto il tempo, perché la corrente elettrica se n'è andata via senza nessuna voglia di tornare; ma abbiamo parlato bene, con calore, trovandomi con le gentili donne ospitanti sulla stessa lunghezza d'onda, oserei dire in una comune sensibilità "femminile". La quale sensibilità si sposa perfettamente alla strenua lotta per la difesa del nostro territorio, già devastato per le scelte sciagurate degli ultimi trent'anni e rimesso al ferro e al fuoco di una nuova industrializzazione selvaggia e senza prospettive di progresso. Ed è per questo che, nonostante il buio quasi totale, abbiamo potuto guardarci negli occhi e ci siamo a volo capiti.
Anche i pescatori cercano punti di approdo (questa terminologia è d'obbligo!). Essi sono coscienti dei danni che ancora vengono perpetrati alla loro attività, dei posti di lavoro loro sottratti da uno sviluppo privo di regole, e si sentono abbandonati; ma temono altresì di schierarsi; temono ulteriori danni all'immagine del nostro mare e dei suoi prodotti. Forse per questo non si è potuto concretizzare un promesso incontro con loro.
Fatto strano, gli amici che più di tutti hanno fatto sentire e con forza il loro interesse per una mia candidatura sono stati i medici, dirigenti e primari soprattutto. Essi sono davvero delusi per l'insensibilità dei nostri politici nei riguardi della salute, e per l'assenza di un Osservatorio epidemiologico e di monitoraggio delle malattie ad incidenza industriale, a gran voce chiesto durante la lotta contro l'EniChem per la nostra città, della quale si preoccupa perfino l'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità). Un primario di grande valore dell'Ospedale di Manfredonia mi ha invitato senza indugio a buttarmi "nella mischia", e di questo gli sono riconoscente. Ma la risposta a tale invito non potrà che venire al termine di questa pubblica riflessione.
Tra i tanti che mi hanno espresso la loro opinione, ce ne sono parecchi che, pur manifestandomi affetto e promettendomi il loro voto, mi hanno invitato a pensarci bene prima di mettermi in lizza per un posto in Parlamento, giacché i partiti, nonostante i noti difetti, hanno ancora notevole possibilità di condizionare la vita cittadina e quindi il voto.
Così, avviandomi alla conclusione, debbo dire che il consenso che ho sentito intorno a me è stato davvero grande e mi ha infuso un'ondata di ottimismo, sulla possibilità che la politica possa cambiare nella nostra città. Ma il credito personale, secondo parecchi amici e concittadini che hanno avuto la bontà di esprimere il loro giudizio ed il loro incoraggiamento, non è sufficiente a realizzare un'equa battaglia politica, se non si parte già da una sufficiente base di sostegno organizzativo. Certamente non è impossibile tentare di contrapporre al pessimismo della ragione l'ottimismo della volontà, ma non per me che, pur sottacendo le impellenti sollecitazioni culturali, debbo già assolvere ai gravosi impegni imposti da una scuola in ristrutturazione, con ben 850 alunni che attendono quotidianamente il mio intervento.
Perciò, concludo: ho avuto un invito a candidarmi che mi ha riempito d'orgoglio. Ero disposto a mettere a disposizione della città e del Collegio elettorale tutte le competenze acquisiste nel campo della professione e della cultura. Soprattutto ero pronto a fare una campagna seria, che non mancasse, però, di essere competitiva. Per questo mi sono sottoposto al giudizio preliminare della gente. Il giudizio, ora, è stato espresso, non posso che trarne partito. Mi conforta nella rinuncia la scelta dell'Italia dei Valori di candidare al Collegio camerale il colonnello Michele Simone, che ritengo persona degna della massima stima.